Artigianato

Prodotti tipici

L’artigianato, così come il folclore e le tradizioni, fa parte dell’animo più profondo di un paese o di una regione. Anche in Ticino, oggi come ieri, la lavorazione di materiali quali la lana, la paglia, il legno o la pietra esprime abilità manuale, sensibilità artistica, impegno nella ricerca di funzionalità e cura per le forme e i colori. Nei musei etnografici si trovano le tracce dei lavori dei secoli scorsi, mentre negozi specializzati propongono prodotti autentici dell’artigianato contemporaneo. In alcuni atelier e centri di artigianato è possibile vedere gli artigiani all’opera.

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Evoluzione dell’artigianato e nuove tendenze


Verso la metà del Novecento il Ticino, come altre regioni, ha subito un cambiamento socio-economico abbastanza rapido e le attività rurali hanno ceduto il posto al lavoro in fabbrica, nei cantieri e nel settore terziario. L’abbandono delle attività agropastorali e lo spopolamento progressivo delle valli, l’accesso a nuovi mercati e il sopraggiungere di nuove abitudini e consumi hanno messo in crisi l’artigianato, che ha però saputo reagire e trovare altre vie di espressione, rinnovandosi nelle forme e nei colori.

La riscoperta della civiltà rurale, il gusto del bello e l’ammirazione per l’abilità manuale portano oggi alla ricerca di oggetti che trasmettano l’autenticità del territorio. Oggetti in lana, paglia, legno, ceramica, rame, nonché indumenti, gioielli, articoli da regalo e decorativi sono in vendita in alcuni negozi specializzati e nei mercati.

Negozi-punti vendita:

Negozio dell’artigianato e Casa della lana
Sonogno
Tel. 091 746 12 13
www.proverzasca.ch

Artis Artigianato e Sapori locali
Al Croséll 2, Maggia
Tel. 091 754 18 16
www.artisvallemaggia.ch

Casa dell’artigianato
Via Lucomagno 82, Dongio
Tel. 077 429 97 36
www.casadellartigianato.ch

Pagliarte
Berzona
Tel. 091 797 10 22
www.pagliarte.ch

L’artigianato storico

Lana e canapa


L’economia rurale era caratterizzata dall’autarchia: in pratica si produceva autonomamente tutto quello che serviva nella vita quotidiana. Coltivare e lavorare la canapa permetteva di avere a disposizione il tessuto per confezionare vestiti e biancheria per la casa. La lana delle pecore veniva lavata, tinta, cardata e filata in modo da poter essere usata per preparare calze, maglie, sciarpe, coperte.
La lavorazione della canapa e della lana sono illustrate presso diversi musei etnografici ticinesi, in particolare nel Museo di Val Verzasca a Sonogno, situato di fronte alla “Casa della lana” e al negozio dell’artigianato. Nel villaggio, sede della Pro Verzasca, associazione fondata nel 1933 a sostegno della produzione artigianale, due volte l’anno (in maggio e ottobre) si ripete il rito della tintura della lana, a cui si può assistere.

I peduli


Con i resti di stoffa si confezionavano i “peduli”, calzature munite di una suola composta da tessuti sovrapposti fino a ottenere uno spessore di alcuni centimetri e cucita alla tomaia, sempre di stoffa, con un filo di canapa.
Le caratteristiche di questo artigianato prettamente femminile sono ben illustrate nel Museo delle Centovalli e del Pedemonte a Intragna.

Gli intrecci


Cesti e gerli, oggetti di uso quotidiano nel Ticino rurale dei secoli scorsi, venivano intrecciati con destrezza usando rami particolarmente flessibili come quelli di nocciolo. Abili artigiani proseguono questa attività e propongono i loro manufatti nei mercati cittadini.

La paglia


La lavorazione della paglia era caratteristica della Valle Onsernone, dove l’attività si è sviluppata già nel XVI secolo impegnando buona parte della popolazione fino alla fine dell’Ottocento. Si intrecciava la paglia di segale coltivata in valle e raccolta in estate. Come per la canapa si procedeva all’essiccazione e alla macerazione degli steli per ricavarne la materia prima per preparare la “binda” (una treccia di paglia) con cui si confezionavano cappelli e borse venduti anche all’estero.
La lavorazione della paglia è ben illustrata dal Museo etnografico di Loco.
Da diversi anni a Berzona è attivo l’atelier Pagliarte, dove si continua a lavorare la paglia creando cappelli, borse e accessori di gusto contemporaneo.

Il legno


Molti oggetti del vivere quotidiano erano preparati in casa: dalla “cadòla” per portare la legna, agli stampi per biscotti o burro; dal collare per le capre, al piatto per la polenta; dalla culla del neonato, alla cassapanca che custodiva la dote. In particolare si lavorava il legno di castagno, noce e frassino.
Anche questo tipo di abilità manuale ha lasciato numerose tracce che si possono ammirare in tutti i musei etnografici ticinesi.

La pietra ollare


La lavorazione della pietra ollare era caratteristica dell’alta Vallemaggia. Nel museo di Cevio sono illustrate le fasi di questo processo che produceva soprattutto recipienti per la conservazione e la cottura degli alimenti, lampade, vasche e pigne (le caratteristiche stufe delle zone alpine).

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